Investitori istituzionali come BlackRock Inc. (NYSE: BLK) e Pacific Investment Management Company, controllata da Allianz SE (OTC: ALIZF), hanno ricevuto il permesso legale di perseguire la loro causa contro 15 grandi banche per manipolazione dei prezzi nei mercati valutari.
Cosa è successo
Un giudice di Manhattan ha stabilito giovedì che è plausibile affermare che le 15 banche identificate da alcuni importanti investitori istituzionali abbiano cospirato per truccare i benchmark (ovvero gli standard) valutari, tra il 2003 e il 2013, allo scopo di incassare profitti a spese di quasi 1.300 querelanti, tra cui numerosi fondi comuni di investimento ed ETF, o exchange-traded funds (fondi scambiati in Borsa).
Il Giudice distrettuale degli Stati Uniti Lorna Schofield ha deliberato: “Questo è il tipo di danneggiamento che le leggi antitrust intendevano prevenire”.
L’elenco dei 15 accusati spazia fra grandi nomi del settore bancario globale, quali Bank of America Corp (NYSE: BAC), Barclays PLC (NYSE: BCS), Citigroup Inc. (NYSE: C), JPMorgan Chase & Co. (NYSE: JPM) e Goldman Sachs Group Inc. (NYSE: GS).
Perché è importante
I querelanti sostengono che le banche avrebbero condiviso in modo improprio posizioni di trading e ordini confidenziali in chat room virtuali, riferisce Reuters, usando nomi come “Il Cartello”, “La Mafia” e “Il Club dei Banditi”.
Si presume che le banche abbiano utilizzato tattiche di trading improprie, come il “front running” (ovvero la modifica dell’ordine di compravendita dell’investitore ai fini di profitto personale), il “banging the close” (ovvero l’accumulo di un certo numero di contratti da immettere poi sul mercato pochi minuti prima della chiusura) e il “taking out the filth” (ovvero evitare volutamente di spingere il prezzo in una direzione non desiderata).
Le banche, però, hanno sostenuto che i querelanti non sono stati in grado di mostrare transazioni in cui tali manipolazioni abbiano causato delle perdite.
Alcune parti del reclamo sono state respinte dal giudice Schofield, così come i querelanti di Allianz.
Il contenzioso è iniziato a novembre 2018, dopo che i querelanti hanno rinunciato ad un’azione a livello nazionale, il che ha portato ad un accordo complessivo di 2,31 miliardi di dollari con la maggior parte delle banche citate.