La forte illiquidità è un fattore negativo, ma la scarsa esuberanza è coerente con una fase pre-recessiva. Le banche centrali possono intervenire di meno, anche se la Banca d’Inghilterra ha dimostrato che nelle situazioni critiche ci sono
E’ poco probabile che l’attuale contrazione del mercato sia frutto di una bolla, nonostante alcuni indicatori sembrano suggerire il contrario, come i livelli di illiquidità, tornati ai livelli registrati durante la pandemia, il che rappresenta un indicatore della presenza di una possibile bolla. Ma un mercato azionario in recessione e la scarsa esuberanza nella fase del ciclo economico prima della contrazione contraddicono questa possibilità. È molto più probabile invece che stiamo attraversando una classica fase recessiva, accompagnata da alti livelli di inflazione.
LE BANCHE CENTRALI ALLA FINE CI SONO
Sono le indicazioni di un’analisi di Legal & General Investment Management, firmata da Emiel van den Heiligenberg, Head of Asset Allocation di LGIM, che sottolinea come, nonostante le banche centrali non possano più intervenire a sostegno dell’economia con la stessa facilità di prima, sono comunque disposte a trarre in salvo i mercati in situazioni critiche. Come ha fatto, sottolinea Heiligenberg, recentemente la Bank of England. Per questo, secondo LGIM, gli investitori non devono farsi prendere dal panico se un governo annuncia misure espansive…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.