Secondo Credit Suisse febbraio 2022 potrebbe passare alla storia come un punto di svolta in cui il mondo ha iniziato a scindersi tra l’Occidente democratico guidato dagli Usa e l’Oriente autocratico guidato da Cina e Russia
Negli ultimi anni il mondo ha vissuto grandi cambiamenti che hanno provocato un riassetto generalizzato. Deglobalizzazione e nascita di un mondo bipolare sono le conseguenze principali di due anni caratterizzati da pandemia e guerra in Ucraina. Un cambiamento di paradigma è un’eventualità concreta e Alexandre Bouchardy, Head of Investment Strategy in Credit Suisse Asset Management, invita gli investitori a ripartire strategicamente gli attivi per non farsi trovare impreparati.
MENO DIPENDENZA DALLA CINA
Dopo una crescita impetuosa della globalizzazione e del commercio mondiale, durata fino alla crisi finanziaria globale, ora stiamo assistendo al fenomeno del reshoring, ovvero il desiderio di avvicinare la produzione al luogo di consumo delle merci. Bouchardy sottolinea come il Covid-19 abbiam messo in luce la vulnerabilità della catena di approvvigionamento globale. I governi hanno quindi cercato di mitigare la dipendenza dalla Cina e, da febbraio 2022, la Russia è sempre più isolata politicamente e finanziariamente dai Paesi occidentali. La deglobalizzazione avrà effetti inflazionistici? “A nostro avviso, la deglobalizzazione può portare a una minore efficienza e a un calo della produttività, a un aumento dei prezzi globali dovuto all’incremento del costo del lavoro e dei fattori produttivi e a una compressione dei margini”, spiega Bouchardy…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.