Artisti e grafici sul piede di guerra, società di AI sotto accusa: cosa sta succedendo nel mondo della creatività?
Abbiamo fatto una domanda a ChatGPT, il tool generativo di AI più in hype del momento. Gli (o ‘le’…?) abbiamo chiesto di chi siano i diritti di ciò che viene creato con Dall-E, la piattaforma text to image sempre di casa OpenAi. Il nostro amichevole bot di quartiere ci ha risposto così:
“I diritti del materiale creato utilizzando DALL-E appartengono al proprietario o all’entità che ha fornito l’input originale al modello, a meno che non sia stato concordato diversamente.”
Fin qui tutto bene. Se noi inseriamo le informazioni, noi siamo gli autori dell’output prodotto dall’AI, e dovremmo quindi averne le licenze.
Ma cosa cambia se le piattaforme, per generare la nostra immagine, si basano su opere create e possedute da autori reali? Chi è ‘più autore’: chi inserisce l’input, la macchina che li elabora o gli autori professionisti a cui il tool si è – per così dire – ispirato?
DIRITTI D’AUTORE E AUTORI DI DIRITTO
Questo problema è stato sollevato da tre illustratrici americane: Sarah Andersen, Kelly McKernan e Karla Ortiz. Come riportato da Libération, le artiste avrebbero avviato una vera e propria causa legale contro nomi del calibro di Stability Ai, Midjourney e DeviantArt, tre delle maggiori case sviluppatrici di tool generativi d’immagini. La questione è semplice: per allenare i propri software, queste avrebbero attinto a piene mani dalle opere di migliaia di artisti senza il loro permesso. E il caso si ripropone anche a Londra, dove a fare causa a Stability Ai per lo stesso motivo è nientepopodimeno che Getty Images, un altro gigante del pixel…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.