Il colosso cinese ByteDance sta lavorando a un nuovo social network, il cui lancio ufficiale è previsto per maggio
“ByteDance, la società madre di TikTok, ti invita a diventare un creator in vista del lancio della sua nuova piattaforma Lemon8 prima che venga presentata ufficialmente negli Stati Uniti!”. Così recitava uno dei vari messaggi inviati qualche giorno fa da alcune società di marketing ingaggiate da ByteDance in vista dell’uscita della sua nuova app. Che rischierebbe di passare sottotraccia, persa nel mare magnum dei tanti software che popolano gli app store di Apple e Google, non fosse ByteDance è appunto il colosso dietro TikTok.
PIANO B?
Ma perché mai l’azienda che detiene uno dei social network di maggior successo al mondo vorrebbe distrarre i propri creator, ossia coloro che coi propri contenuti popolano la piattaforma stessa, e portarli in una nuova realtà le cui sorti sono tutt’altro che certe? Il primo pensiero va senz’altro all’attenzione che l’Occidente (soprattutto gli USA) sta ponendo sul social network cinese, e sui correlati problemi di sicurezza relativi al trattamento dei dati personali. Sia chiara una cosa: se l’Europa ha sentito il bisogno di creare il GDPR e se uno dei suoi effetti collaterali è il divieto di usare Google Analytics 3 proprio per il fatto che le nostre informazioni finiscono al di là dell’Atlantico, qualche domanda dovremmo porcela. Dovremmo poi chiederci se metteremmo mai nelle nostre case un dispositivo cinese che ascolti le nostre conversazioni, cosa che eppur facciamo con Siri e Alexa. Ma resta il fatto che a finire sulla graticola del Congresso americano qualche settimana fa non sono stati Mark Zuckerberg, o Tim Cook, o Sundar Pichai o Satya Nadella. E neppure Sam Altman, che col suo OpenAI sta sparigliando qualsiasi giurisprudenza. No, a “processo” è finito Shou Zi Chew, l’amministratore delegato di TikTok, ed ecco allora che l’ipotesi di un piano B si fa più credibile…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.