Lunedì è stato osservato un cambiamento significativo nel mercato petrolifero globale: la Russia guidata da Vladimir Putin è pronta a superare l’Arabia Saudita come principale fornitore di petrolio per la Cina, il più grande consumatore di energia al mondo.
Cosa è successo
Dall’inizio della guerra, l’Arabia Saudita sta gradualmente perdendo la sua quota di mercato in Cina a causa della Russia che vende il suo petrolio con forti sconti, come riporta il Wall Street Journal.
Nonostante il taglio della produzione da parte dell’Arabia Saudita all’inizio del mese, i prezzi non sono aumentati come previsto.
Il recente caos in Russia, compresa l’insurrezione del gruppo paramilitare Wagner, ha finora avuto un impatto minimo sul settore energetico del Paese. Tuttavia, gli analisti stanno monitorando attentamente la situazione a causa del suo potenziale di rottura della delicata alleanza tra la Russia e l’Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio a guida saudita.
Secondo il fornitore di dati sulle materie prime Kpler, le spedizioni della Russia rappresentano ora il 14% delle forniture cinesi, rispetto all’8,8% di prima della guerra. La quota dell’Arabia Saudita è invece scesa al 14,5% nei tre mesi fino a maggio.
Il cambiamento è stato ancora più drammatico in India, dove la quota di mercato dell’Arabia Saudita è scesa dal 20% al 13%, mentre la Russia rappresenta ora circa il 40% delle importazioni indiane, rispetto al 3% di prima della guerra. Questo cambiamento nelle dinamiche del mercato petrolifero si riflette anche nel record di esportazioni di petrolio della Russia verso la Cina guidata da Xi Jinping a maggio.
Perché è importante
Le vendite di petrolio all’Asia fanno guadagnare alla Russia miliardi di valuta forte di cui ha bisogno per finanziare la guerra. Nel frattempo, la Cina sta facendo sempre più incetta di petrolio russo a basso costo come assicurazione nel caso in cui l’economia si muova e i prezzi aumentino.
“Tagliare la produzione è facile, ma si sta cedendo una quota di mercato ad altri Paesi come la Russia”, ha dichiarato al WSJ Ole Hansen, responsabile della strategia sulle materie prime della Saxo Bank danese. “Non è facile riconquistare il proprio mercato”.
Alcuni delegati dell’OPEC hanno sostenuto che la Federal Reserve ha più potere sui mercati dei futures del petrolio rispetto al blocco guidato dai sauditi. Gli aumenti dei tassi della Fed hanno rafforzato il dollaro, rendendo le materie prime denominate in valuta statunitense più costose per i detentori di altre valute e pesando sui prezzi.
Inoltre, nel corso dell’attuale guerra in Ucraina, Russia e Cina avrebbero avviato discussioni segrete avanzate per ripristinare le forniture all’Iran di un composto chimico chiave utilizzato per pilotare i missili balistici.
Questo sviluppo, insieme alla recente dichiarazione della Cina di considerare la ribellione del Gruppo Wagner come un “affare interno” e al suo sostegno agli sforzi del Cremlino per mantenere la stabilità nazionale, sottolinea ulteriormente il rafforzamento dei legami tra Russia e Cina.