Il Segretario del Tesoro americano è volata a Pechino con la volontà di trovare dei punti in comune per lo sviluppo delle reciproche economie e non solo. I temi in gioco sono tanti e sono caldi, si delinea la volontà di sedersi attorno a un tavolo comune?
Un intervallo di ottava. Nulla di più, nulla di meno.
Questo era ciò che stava a indicare la parola “diapason” per gli antichi greci, prima che diventasse quella forchetta in acciaio usata per dare il La – letteralmente – a strumentisti e cantanti. In poche parole, uno strumento per trovare l’accordo. Una visita di quattro giorni. Nulla di più, nulla di meno.
Questo è che ciò che Janet Yellen si era messa in agenda, rimandando call e appuntamenti vari a quando sarebbe tornata dalla Cina. Cosa è andata a fare? “A costruire ponti”, nella più rosea delle aspettative. In poche parole, una missione per trovare degli accordi. E di certo non è semplice come far risuonare un diapason, ma vale la pena tentare.
MICROCHIP E MACROPROBLEMI
Sì perché non è cosa da poco riuscire a mettere d’accordo due parti che negli ultimi tempi si sono guardate in cagnesco. Non è una cosa che si risolve con una bella pacca sulla spalla e amici come prima, ecco. Stati Uniti e Cina ne hanno di temi su cui trovare un accordo, a partire dall’annosa questione dei microchip, che tira in ballo anche Taiwan e tutto ciò che vi è collegato, passando poi per le questioni legate alla sicurezza internazionale, alla crescita economica dei due Paesi e, perché no, magari anche collaborare su temi come il cambiamento climatico…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.