Le riunione di Bce e della Fed sembrano le più prevedibili (entrambe dovrebbero alzare i tassi dello 0,25%), mentre le decisioni della Bank of England e della Bank of Japan sono soggette a un certo grado di incertezza
Le speranze di moderazione della pressione inflazionistica hanno continuato a sostenere i mercati globali. I prezzi alla produzione in tendenziale riduzione fanno pensare che nei prossimi mesi il carovita possa decelerare su entrambe le sponde dell’Atlantico. In parallelo, la domanda dei consumatori rimane solida, le previsioni di crescita degli Stati Uniti continuano ad aggirarsi intorno al 2,5% e gli utili societari pubblicati finora risultano relativamente positivi: una combinazione che ha alimentato l’ottimismo per un “atterraggio morbido” nei prossimi mesi.
I TASSI POTREBBERO SALIRE PIU’ A LUNGO CON IMPATTI NEGATIVI
“Queste speranze potrebbero tuttavia essere deluse dal momento che i ritardi nell’inasprimento delle politiche passate dovrebbero continuare a pesare fino al 2024. Senza un rallentamento significativo dell’economia è improbabile che l’inflazione possa tornare agli obiettivi della banca centrale. Questo induce a ritenere che, in assenza di dati sull’economia più deboli, i tassi possano salire più a lungo con probabili impatti negativi” tiene a sottolineare Mark Dowding, Fixed Income CIO, RBC BlueBay Asset Management...
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.