Le due aree emergenti, forti di spinta demografica e capitali in abbondanza, si propongono come poli di investimenti e crescita in cooperazione con l’Occidente. E Meloni annuncia l’uscita dalla Via della Seta
Al G20 di Dehli il premier indiano Modi si è preso la scena globale proponendosi come ricostruttore della fiducia tra Sud del mondo e Occidente e nuovo leader di un Asia più vicina all’America di Biden e all’Unione Europea, sancita dall’ingresso dell’Unione Africana nel club delle prime economie globali composto sia da paesi sviluppati che emergenti. L’ascesa di Modi è sottolineata dall’assenza al summit del presidente cinese Xi Jinping, i cui rapporti commerciali e politici con USA e UE continuano a deteriorarsi mentre il gigante asiatico non riesce a uscire dalle secche della frenata economica, della crisi immobiliare e dalla sempre più scomoda alleanza con la Russia di Putin, proclamata con sciagurato tempismo subito prima dell’invasione dell’Ucraina. A gennaio del 2017 Xi si era presentato al summit di Davos, davanti alla business community globale, come il paladino del libero scambio e della globalizzazione, minacciati dall’arrivo alla Casa Bianca del ‘protezionista’ Donald Trump, che stava per far partire la ‘guerra dei dazi’. Poi è andata come è andata, e Xi ora è arroccato nella trincea dei BRICS nel tentativo sinora poco efficace di rilanciare la sfida all’Occidente.
ADDIO DELL’ITALIA ALLA VIA DELLA SETA
Una posizione sempre più solitaria anche per quanto riguarda il grandioso progetto della nuova Via della Seta, che raccoglie sempre meno adesioni. Proprio in occasione del G20 in India la premier Meloni ha annunciato ufficialmente che l’Italia lascia la Via della Seta, anche se tiene la porta aperta agli scambi commerciali con la Cina, con una mossa che sembra indicare l’intenzione di aderire invece al nuovo corridoio commerciale Asia-Occidente via Arabia e India…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.