Rallenta la corsa dei rendimenti ma il Bund tedesco tocca comunque il 3% ai massimi dal 2011 mentre continuano a pesare i timori per la prospettiva di tassi più alti più al lungo. Arretra il prezzo del petrolio
Un dato sui prezzi alla produzione nell’Eurozona in caduta dell’11,5% sull’anno ad agosto, il più forte da sempre, non basta a rivitalizzare le principali piazze azionarie europee che si muovono miste poco sotto la parità sempre appesantite da timori per tassi più alti più a lungo.
Rallenta un po’ la corsa dei rendimenti ma il Bund tedesco va comunque a toccare il 3%, un massimo dal 2011, mentre il BTP italiano rende il 4,95% con lo spread che va a sfiorare i 200 punti. Intanto l’euro recupera qualcosa e si porta in area 1,045 contro dollaro mentre cala sensibilmente il prezzo de petrolio con il WTI a 86,6 dollari e il Brent a 88,2 dollari.
Sul fronte dei dati da segnalare anche la revisione al rialzo degli indici PMI per i principali paesi dell’area euro. A livello settoriale, rimbalzano i titoli delle utility e del real estate, con anche minerari, tecnologici e chimici in positivo, mentre si muovono in direzione opposta i titoli legati ai consumi.
A Milano l’FTSE MIB soffre un po’ di più e viaggia appena sopra i 27.300 punti, con Inwit, Prysmian e Leonardo più colpiti dalle vendite mentre si muovono in rialzo MPS, Italgas e Snam.
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.