Il conflitto in Israele, la guerra in Ucraina, le difficili relazioni tra Stati Uniti e Cina e le difficoltà interne in Usa creano un contesto di incertezza, ma ci sono opportunità di investimento nei settori che subiscono meno l’influenza di queste tensioni
L’attacco di Hamas ad Israele è arrivato in un momento già complesso dal punto di vista geopolitico internazionale. Per il momento i mercati sperano in una rapida fine delle ostilità, ma non si può escludere che il conflitto prosegua più a lungo, come sottolinea Matteo Ramenghi, Chief investment officer UBS WM Italy, UBS Europe SE, succursale Italia, nell’analisi “Weekly-Regional view Italian”. L’impatto principale della crisi mediorientale potrebbe essere sulle materie prime, come abbiamo visto nelle sedute subito dopo l’attacco di Hamas. Nel caso in cui il conflitto si allargasse ad altri Paesi della regione, sottolinea Ramenghi, “i classici beni rifugio come oro e Treasury statunitensi potrebbero aiutare a stabilizzare i portafogli”.
LE TENSIONI INTERNAZIONALI
Sullo sfondo rimane la guerra in Ucraina, con le ormai note ricadute energetiche. Anche il rapporto tra Stati Uniti e Cina rimane teso e le ripercussioni cominciano a farsi sentire a livello degli scambi commerciali. Il tutto mentre gli Usa devono fare i conti con le tensioni interne: il Congresso ha evitato da poco, per la novantesima volta, il blocco delle finanze pubbliche, rinviando l’aumento del tetto d’indebitamento federale al 17 novembre, ma si stima che il deficit federale cresca costantemente, passando da 1312 miliardi di dollari nel 2022 a 1752 miliardi nel 2025. “La nostra aspettativa – continua Ramenghi – è che un accordo venga trovato e proprio l’elevato deficit statunitense è una ragione per ridurre i rendimenti a lungo termine. Ciò rafforza la nostra attesa che i tassi d’interesse possano scendere il prossimo anno”…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.