Le attività di Facebook Inc (NASDAQ:FB) in Vietnam rischiano di cessare a meno che la società di social networking non rispetti i nuovi requisiti di censura più restrittivi, secondo quanto riportato giovedì da Reuters.
Cosa è successo: un funzionario della società guidata da Mark Zuckerberg ha riferito che il governo vietnamita ha imposto alla società di aumentare il volume di contenuti che già limita nel Paese, ma Facebook non ha accettato di adeguarsi, secondo quanto riporta Reuters.
“La richiesta è arrivata insieme ad alcune intimidazioni su cosa potrebbe accadere se non lo facessimo”, ha rivelato il funzionario.
Perché è importante: il Vietnam rappresenta una fonte significativa di entrate per l’azienda di Menlo Park; Facebook guadagna 1 miliardo di dollari dal Paese, secondo quanto confermato a Reuters da fonti a conoscenza delle cifre.
Da quanto emerge, in Vietnam la piattaforma vanterebbe 60 milioni di utenti.
Secondo il suo rapporto semestrale sulla trasparenza, Facebook ha fatto sapere che nei primi sei mesi del 2020 ha limitato 834 articoli in Vietnam sulla base delle richieste del governo locale.
Ad aprile Facebook ha accettato di aumentare il livello di censura dei post “anti-statali”, ma ad agosto è stato nuovamente chiesto alla società di aumentare le restrizioni sui post; “Facebook ha sostenuto la sua parte dell’accordo e ci aspettavamo che il governo del Vietnam facesse altrettanto”, ha riferito il funzionario dell’azienda a Reuters.
Il colosso social afferma di essere stato messo al centro di una campagna mediatica negativa della durata di 14 mesi e condotta dalla stampa vietnamita, controllata dallo stato.
Negli ultimi tempi il Paese del Sud-est asiatico si sarebbe opposto ai colossi tech statunitensi.
Questo mese, il ministro dell’informazione vietnamita ha dichiarato che Netflix Inc e Apple Inc non hanno pagato tasse nel Paese, nonostante abbiano ottenuto ricavi complessivi per 43,15 milioni di dollari.
Movimento dei prezzi: giovedì le azioni Facebook hanno chiuso in aumento di quasi lo 0,4%, a 272,94 dollari e nell’after-market sono poi scese dello 0,34%.