Amay Hattangadi e Jitania Kandhari spiegano che l’export è sempre meno un driver dei produttori di farmaci low cost, mentre crescono i mercati interni locali, anche nel campo dei servizi e delle polizze assicurative
Investire nel settore sanitario dei mercati emergenti storicamente ha implicato la ricerca di produttori di farmaci a basso costo che avessero ottenuto l’approvazione della Food and Drug Administration americana e fossero in attesa di beneficiare della scadenza di licenze sul mercato Usa. Diverse aziende indiane ne hanno beneficiato e hanno visto salire i prezzi dei titoli: uno schema come esemplificato nella famosa battaglia legale all’inizio degli anni 2000 tra Ranbaxy e Pfizer sul farmaco anti-colesterolo Lipitor. Ma intorno al 2015 la capitalizzazione di mercato dei produttori di farmaci generici ha toccato il picco, seguita dal calo delle valutazioni per l’intensa concorrenza tra i produttori low-cost e la maggior attenzione della Fda. Con il Covid il settore ha mostrato segni di ripresa sostenuto dalla domanda locale.
IL FOCUS SI E’ SPOSTATO DALL’EXPORT ALLA CRESCITA DEI MERCATI INTERNI
Morgan Stanley Investment Management spiega agli investitori come navigare i trend del settore sanitario nei mercati emergenti in un’analisi di Amay Hattangadi, Co-Portfolio Manager, Emerging Markets Core Strategies, e Jitania Kandhari, Head of Macro & Thematic Research, Emerging Markets, secondo cui il focus si sta spostando sui rispettivi mercati interni ed è meno dominato dagli esportatori, nel segno di una crescente diversificazione e specializzazione. Dal picco del 90% nel 2012, il peso dei produttori di farmaci nell’indice MSCI ACWI Health Care è sceso oggi al 33%, con una crescita delle aziende biotech, dei produttori di dispositivi e fornitori di servizi, con i temi emergenti rappresentati da ospedali privati, turismo sanitario e polizze per la salute…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.