Capital Group, in un commento di Jens Søndergaard, rileva una riduzione della solida performance del carry trade, ma fondamentali relativamente solidi di alcuni Paesi dovrebbero supportare
Alla base del posizionamento dei tassi di cambio dei Mercati Emergenti ci sono tre fattori: i differenziali dei tassi di interesse reali, vale a dire il cosiddetto carry trade, la propensione al rischio e i fondamentali. I primi si sono ridotti, mentre l’avversione al rischio si è probabilmente accentuata con la flessione della crescita globale. Ma fondamentali relativamente solidi della maggior parte dei principali Paesi Emergenti dovrebbero sostenere le rispettive valute in caso di aumento dell’avversione al rischio, che è rimasta comunque contenuta a fronte della crisi delle banche regionali, di timori di recessione USA e del rallentamento in Cina.
CONTESTO FAVOREVOLE NONOSTANTE IL CALO DEL CARRY TRADE
La conclusione di Capital Group, in un commento di Jens Søndergaard, analista valutario, è che per le valute dei Mercati Emergenti il contesto rimane favorevole nonostante il calo del carry trade, che da inizio anno si è rivelato una strategia di successo, poiché molti Paesi, in particolare in America Latina, sono stati in grado di offrire agli investitori tassi reali elevati, rischi politici ridotti e valutazioni interessanti. La solidità del carry trade dei Mercati Emergenti sembra ora svanire con l’avvio dei tagli dei tassi da parte delle banche centrali. L’Ungheria ha dato il via al ciclo di tagli mentre Cile, Brasile e Polonia hanno seguito durante l’estate e i mercati prevedono che la maggior parte dei restanti Paesi dell’America Latina e dell’Europa centro/orientale si uniranno in corso d’anno, mentre l’Asia probabilmente inizierà il prossimo, mentre mentre le aspettative di taglio dei tassi sono state posticipate al 2024 per USA ed Eurozona…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.