C3.ai Inc (NYSE:AI) è specializzata in applicazioni aziendali di intelligenza artificiale (AI). L’azienda fornisce una piattaforma per lo sviluppo e l’implementazione di soluzioni basate sull’IA in vari settori.
Quest’anno il titolo di C3.ai ha registrato un’impennata di oltre il 166%, grazie alla crescente popolarità e all’espansione delle applicazioni dell’intelligenza artificiale. L’adozione strategica di un modello di prezzo a basso margine basato sul consumo ha aiutato l’azienda ad assicurarsi quote di mercato e una base di consumatori in crescita.
Questo successo è sostenuto dal compromesso deliberato tra la riduzione dell’attrito delle vendite, che si manifesta in un ciclo di vendita più breve, e un valore medio del contratto più basso che aumenta l’accessibilità.
Tuttavia, l’entusiasmo degli investitori per il titolo è stato smorzato dall’intensificarsi della concorrenza nello spazio SaaS dell’intelligenza artificiale generativa. Nel corso dell’anno sono emersi rivali formidabili da parte di grandi conglomerati tecnologici.
Di conseguenza, il successo dei prodotti di C3.ai dipende ora dalla sua capacità di rimanere competitiva in questo settore in evoluzione. Questo è ancora da vedere, e introduce un livello di incertezza sulla direzione futura dell’azienda.
Nel frattempo, l’interesse per le azioni allo scoperto è aumentato. La percentuale del flottante di C3.ai è stata del 9,2% il 1° gennaio 2023 ed è salita al 38,2% l’11 dicembre 2023.
Un aumento dello short interest spesso segnala che gli investitori sono diventati più ribassisti sul titolo, e C3.ai ha attualmente uno dei più alti short interest tra i titoli quotati sul mercato azionario statunitense. L’elevato interesse allo scoperto introduce anche un elemento di potenziale volatilità.
Dato che la quota di short interest della società è notevolmente elevata, qualsiasi notizia positiva imprevista potrebbe dare il via a uno short squeeze. Ciò avviene quando gli operatori si affrettano a coprire le loro posizioni short. All’11 dicembre, il rapporto “days-to-cover” (giorni di copertura) era pari a 3,56. In particolare, questo rapporto aveva precedentemente raggiunto un picco di 5,93 il 24 ottobre e di 6,86 il 9 novembre. In genere, si ritiene che un rapporto days-to-cover pari o superiore a 5 renda un titolo più vulnerabile a uno short squeeze.
I potenziali investitori nel titolo potrebbero dover soppesare il successo della penetrazione nel mercato dell’azienda rispetto alle sfide poste dai temibili concorrenti e alla reattività del mercato al suo modello di prezzi.
Foto: Shutterstock