Contrariamente al calo dell’anno precedente, nel 2023 i pagamenti dei riscatti in criptovaluta hanno raggiunto l’incredibile cifra di 1,1 miliardi di dollari, segnando un nuovo record. Questa impennata nei pagamenti dei riscatti è stata determinata principalmente dall’aumento del numero di attacchi di alto profilo a infrastrutture e istituzioni.
Cosa è successo
Come riportato giovedì da Business Insider, Chainalysis, una società di intelligence sulle criptovalute, ha pubblicato i dati che mostrano un forte aumento del 76,4% nei pagamenti dei riscatti rispetto ai 567 milioni di dollari riportati nel 2022.
“La crescita astronomica del numero di attori che effettuano attacchi ransomware è uno dei principali fattori che hanno contribuito a questo aumento”, ha dichiarato Allan Liska, analista di Threat Intelligence presso la società di cybersicurezza Recorded Future.
Perché è importante
Chainalysis ha citato il potenziale di profitti elevati e le minori barriere all’ingresso come attrattive significative per i nuovi attori delle minacce. L’azienda ha anche evidenziato l’emergere del “ransomware come servizio”, una nuova tendenza che consente ai criminali meno esperti di lanciare attacchi, come fattore che contribuisce all’aumento degli attacchi.
È interessante notare che i pagamenti di riscatti da record del 2023 sono in netto contrasto con le tendenze dell’anno precedente. Nel 2022, infatti, si è registrata una notevole diminuzione degli attacchi di crypto-ransomware, dovuta a uno spostamento dell’attenzione dei criminali informatici e al successo degli interventi dell’FBI.
Nonostante l’aumento generale dei pagamenti dei riscatti, Chainalysis ha riportato una diminuzione del 41% della quantità di criptovalute rubate nel 2023 dagli attacchi alle piattaforme di criptovalute associate alla Corea del Nord.
Immagine generata con l’intelligenza artificiale tramite DALL-E