Enguerrand Artaz, Fund Manager di La Financière de l’Échiquier, spiega che il ricordo ancora fresco della fiammata può alimentare qualche timore, ma il rischio è l’opposto, che le banche centrali aspettino troppo
La volatilità dei mercati azionari è ai minimi storici, ma non quella dei temi di mercato, che non potrebbe invece raggiungere livelli più elevati. A fine dicembre, i più erano concordi nel seppellire la tematica dell’inflazione, prevedendo un gran numero di tagli dei tassi già nel primo semestre del 2024, ma a meno di due mesi di distanza la previsione del primo taglio è stata più volte rimandata ed è bastato un solo dato negativo sull’inflazione Usa a gennaio per far riemergere i timori di una nuova impennata dei prezzi. Nel suo “punto della settimana”, Enguerrand Artaz, Fund Manager di La Financière de l’Échiquier, si chiede se sia una paura davvero giustificata.
DATO USA VIZIATO DALLA COMPONENTE AFFITTO EQUIVALENTE
Artaz esamina in primo luogo i dati Usa all’origine di questa rinnovata retorica inflazionistica sottolineando che sono inquinati da effetti una tantum, a partire dalla voce “equivalente affitto per i proprietari”, cresciuta molto di più mesi mentre la tendenza degli affitti è decisamente orientata verso il basso, una incoerenza statistica che sarà probabilmente corretta nelle prossime rilevazioni anche se genera un effetto significativo visto che rappresenta un terzo dell’inflazione di fondo…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.