In un recente sviluppo, il governo italiano ha rivelato l’intenzione di privatizzare un’ulteriore quota di Poste Italiane S.p.A. entro l’anno.
Cosa è successo
Come riportato lo scorso 25 gennaio, il Consiglio dei Ministri ha approvato in via preliminare la proposta di cessione di una parte di Poste Italiane, attualmente posseduta dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. Nonostante ciò, lo Stato manterrà il controllo della società: il Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha confermato che la partecipazione statale non scenderà sotto il 35%.
Poste Italiane gode attualmente di una solida posizione finanziaria, con un fatturato di oltre 24 miliardi di euro e un utile netto di oltre 1,5 miliardi di euro. L’azienda impiega circa 120.000 persone e gestisce 12.800 uffici postali, gestendo 580 miliardi di euro di attività finanziarie investite e servendo 35 milioni di clienti.
Il governo non ha reso nota l’esatta quota di partecipazione da privatizzare. Tuttavia, ai costi attuali, si stima che la privatizzazione dell’intera quota del Ministero dell’Economia e delle Finanze potrebbe generare circa 3,9 miliardi di euro per lo Stato.
La prima privatizzazione di Poste Italiane è avvenuta nell’ottobre del 2015, quando il Ministero del Tesoro ha collocato il 35,3% del capitale presso investitori istituzionali, dipendenti e piccoli risparmiatori. Questa operazione ha fruttato al Ministero dell’Economia e delle Finanze 3,1 miliardi di euro.
La decisione dello Stato di privatizzare Poste Italiane mira a recuperare risorse per il bilancio statale.
Perché è importante
Secondo alcuni esperti della questione, il processo di privatizzazione potrebbe avvenire in più fasi. Inoltre, il decreto per la privatizzazione è stato inviato al Parlamento, confermando che lo Stato manterrà il 35% dell’azienda. Tuttavia, i sindacati hanno espresso la preoccupazione che la privatizzazione possa mettere a rischio oltre 1.000 uffici postali in Piemonte. Infine, si parla anche della possibilità di incentivi per risparmiatori e dipendenti nelle prossime fasi della privatizzazione.