Le operazioni di fusioni e acquisizioni rappresentano ora per molte aziende l’unica strategia efficace per incrementare significativamente la propria quota di mercato e migliorare i rendimenti
Nei primi due mesi di quest’anno le emissioni di bond investment grade ha raggiunto un totale di 356 miliardi di dollari: secondo S&P Leveraged Commentary & Data, circa il 15% era legato a operazioni di M&A. Si tratta di un’inversione di tendenza rispetto al 2023 in cui le attività di M&A sono state quasi assenti. Una dinamica che di solito non piace a chi investe nel mercato del credito, soprattutto per quanto riguarda le transazioni a leva, nelle quali il debito viene caricato sui bilanci delle aziende acquirenti per acquistare concorrenti.
UNA SITUAZIONE ARTICOLATA
In realtà la situazione è decisamente più articolata. Alla luce del fatto che i tassi d’interesse sembrano aver raggiunto il picco, diversi team dirigenziali stanno valutando i costi dei finanziamenti su un orizzonte di medio-lungo termine (15 anni), anziché nel breve (5 anni), ritenendoli sostenibili, soprattutto grazie a bilanci generalmente solidi. Inoltre, i timori di recessione stanno diminuendo e si rischia di perdere terreno se non si pensa a possibili operazioni di M&A, soprattutto in previsione di un contesto regolamentare potenzialmente più favorevole a seguito delle elezioni statunitensi di novembre…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.