Per George Curtis, Portfolio Management di TwentyFour Asset Management, gruppo Vontobel, le due Banche centrali restano dipendenti dai dati. La Fed, in particolare, aspetta di capire se i forti dati CPI di gennaio saranno confermati o meno dall’aggiornamento di domani
I banchieri centrali lo hanno ribadito la settimana scorsa: non si fidano ancora dell’andamento dell’inflazione. La Fed, come ha spiegato Jerome Powell all’ultimo Fomc, è fiduciosa che si stia muovendo verso l’obiettivo del 2%, ma vuole “maggiore” certezza prima di premere il grilletto dei tagli ai tassi. Allo stesso modo, Christine Lagarde della Bce ha ripetuto di non essere “sufficientemente” fiduciosa che l’inflazione si stia muovendo in modo sostenibile e duraturo verso il target prefissato. Entrambi continuano a essere dipendenti dai dati.
INFLAZIONE DEI SERVIZI ANCORA ALTA
“Non è necessario ascoltare con particolare attenzione per capire come otterranno questa fiducia – spiega infatti George Curtis, Portfolio Management di TwentyFour Asset Management – Se l’anno scorso i beni hanno fornito un vento di coda disinflazionistico, il progresso dell’inflazione headline e core nasconde un’inflazione dei servizi che rimane al di sopra del livello che le Banche centrali ritengono coerente con i loro obiettivi”…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.