Una serie di aziende farmaceutiche sta brevettando dei prodotti a base di sostanze allucinogene contro i disturbi mentali, creando sia interesse che diffidenza
Si dice che una rondine non faccia primavera. Figurarsi un tizio qualsiasi che va in giro a maniche corte a Pasqua. Anche perché, di fianco a lui, troveremmo sicuramente il suo compare ancora col piumino. Quindi che si fa?
Questo è quel periodo dell’anno in cui non si sa come vestirsi, non si sa se iniziare a togliere il piumone dal letto, non si sa dove e magari neanche quando andare in vacanza. Non si sanno un mucchio di cose, ma il bello di non sapere è proprio nell’entusiasmo che si crea in quelle zone grigie di dubbio; in quel “non ancora” così elettrizzante che è una rampa di lancio per ciò che ci aspetterà dopo.
Ecco, proprio in queste zone grigie dovremmo andare a indagare il fenomeno di cui parleremo oggi qui su Sunday View: perché quello che vogliamo analizzare è un qualcosa che affascina ma divide, che intriga ma perplime. Un altro “non si sa” di questo periodo. Un qualcosa che ha che fare con la salute, ma che passa da sostanze che con la salute non sembrano azzeccarci granché.
Se vi dicessimo che ci sono dei farmaci contro i disturbi mentali a base di allucinogeni, e che le società che li producono dividono gli investitori, così su due piedi, da che parte stareste? Prima di dirlo, cominciamo il nostro pezzo.
ALLUCINANTE
Se una rondine non fa primavera, dei risultati positivi non fanno l’approvazione delle autorità sanitarie. È il caso dei farmaci prodotti da aziende come le americane Mind Medicine e Lykos Therapeutics, l’irlandese GH Research o la tedesca Atai Life Sciences. Cos’hanno in comune queste società? Sono finite tutte tra gli interessi degli osservatori per alcuni loro brevetti contro dipendenze e malattie mentali, basati su sostanze allucinogene…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.