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Dopo una crescita stimata al +2,1% su base annuale nel 2020, Schroders si aspetta che l’economia cinese crescerà del 9% nel 2021. Con impatti positivi su azioni, obbligazioni e valuta
La Cina è stato il primo paese ad entrare nella crisi sanitaria ma anche il primo ad uscirne. Una dinamica che, in base alle stime di Schroders, dovrebbe permettere a Pechino di chiudere quest’anno con un rialzo del PIL del 2,1% su base annuale e di registrare un tasso di crescita economica del 9% il prossimo anno. “E’ probabile che la solidità della ripresa possa garantire un aumento graduale dell’inflazione core nel corso dell’anno. Tuttavia, nel breve periodo il timore della deflazione, in un momento in cui il debito è molto elevato, potrebbe preoccupare autorità e mercati e ritardare la normalizzazione delle politiche monetarie” spiega di David Rees, Senior Emerging Markets Economist di Schroders.
UN QUADRO POSITIVO PER L’AZIONARIO CINESE
Resta il fatto che, grazie anche alla crescita dell’economia, si delinea un quadro positivo per l’azionario cinese mentre le abitudini dei consumatori continueranno a evolversi, sulla scia dell’incremento dei loro redditi, alimentando ulteriormente l’incremento dei consumi nel Paese. “Riteniamo che i segmenti più esposti ai temi di crescita di lungo periodo continueranno a sovraperformare. Ci piacciono soprattutto i comparti veicoli e componenti elettrici, quelli legati all’automazione industriale, e quelli con catene di approvvigionamento localizzate. Se prendesse corpo una ripresa globale ampia grazie ai vaccini ne beneficerebbero soprattutto i settori ciclici, dove le valutazioni sono ancora contenute rispetto ai settori growth” specificano Louisa Lo, Head of Greater China Equities, e Jack Lee, Fund Manager di Schroders…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.