Larissa Joubert, ESG Analyst, Buy side credit Research, analizza le implicazioni del confronto sulla sostenibilità in relazione alla campagna elettorale per le presidenziali
Nell’importante tornata elettorale USA del 2024, l’ESG è in prima linea nell’agenda politica. Una reazione avversa alla sostenibilità non sarebbe una novità per gli americani, e stiamo purtroppo osservandola emergere lentamente anche in Europa. Il ritiro degli USA dall’Accordo di Parigi nel 2019 è stato il catalizzatore della resistenza ai temi ESG nel mondo occidentale. Con l’arrivo di Biden nel 2020 gli USA sono rientrati ma poi si sono susseguite varie azioni anti-ESG, due soprattutto: la decisione texana di chiedere alle agenzie statali di disinvestire da società promotrici di ESG, e l’introduzione in Florida del divieto al sistema pensionistico di investire in strategie ESG non vincolate al rendimento. Solo nel 2023, gli USA hanno introdotte 49 nuove proposte di legge anti-ESG.
CAMPO DI BATTAGLIA TRA DEMOCRATICI E REPUBBLICANI
Larissa Joubert, ESG Analyst, Buy side credit Research,di DPAM sottolinea che in USA il mondo ESG diventa facilmente campo di battaglia tra due partiti che fanno di tutto per non trovare punti in comune: la vittoria dei Democratici comporterebbe la continuazione e la potenziale estensione di normative come l’Inflation Reduction Act, i nuovi standard Corporate Average Fuel Economy e le norme sulle comunicazioni sul clima della SEC. Quella dei Repubblicani rischierebbe di limitare, se non di bloccare, queste misure. La prossima presidenza, secondo Joubert, determinerà misure concrete a favore o contro le proposte di legge in sospeso…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.