BNY Mellon, in un commento di Ed McGann, spiega la complessità della transizione al T+1 soprattutto sul mercato valutario in Europa e Asia e indica le possibili soluzioni, che aprono anche nuove opportunità
Dal 28 maggio l’orologio del Nord America per il regolamento delle transazioni tra broker e dealer segna T+1, vale a dire che accorcia ad un solo giorno lavorativo (dai due precedenti) i tempi standard concessi dalla SEC americana per la liquidazione delle transazioni stesse. Ciò comporta una serie di problemi di tempistica che rischiano di provocare turbolenze nei commerci internazionali legate al fuso orario, ai giorni di vacanza e alla conversione delle valute interessate. BNY Mellon, in un report firmato da Ed McGann, Global Head of FX Platform Sales, spiega implicazioni e problematiche legate a questo passaggio chiave, che rappresenta uno dei cambiamenti più significativi dei regolamenti delle transazioni finanziarie degli ultimi decenni.
QUESTA VOLTA IL PASSAGGIO HA UNA PORTATA DIVERSA
L’esperto di BNY Mellon spiega che l’aggiornamento dei tempi e dei requisiti di settlement dei titoli è stato una priorità per tutto il settore, come era successo quando si era passati da T+3 a T+2 nel 2017, ma questa volta ha una portata completamente diversa, anche perché una componente chiave del puzzle è stata trascurata: il regolamento in valuta estera. Comprimere i tempi a questo livello, anche se molto vantaggioso per l’efficienza di regolamento, avrà la conseguenza indiretta di porre grandi sfide per la sincronizzazione del Forex globale. Per i gestori in Europa e Asia si prospetta una significativa disruption e chi non si è preparato deve farlo in fretta per evitare problemi negli scambi commerciali…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.