Dev Chakrabarti e Cem Inal spiegano i passaggi che gli investitori azionari globali possono intraprendere per incorporare l’impatto dei dazi nell’analisi fondamentale delle aziende
Da quando gli Usa hanno introdotto nuovi dazi su prodotti cinesi, le guerre commerciali sono tornate in primo piano, costituendo un grattacapo per gli investitori che guardano ai rendimenti alla luce delle prospettive a lungo termine di un’azienda, che vanno considerate con attenzione. La recente mossa del presidente Biden segna un’escalation delle tensioni tra le due maggiori economie mondiali e costituisce un esempio concreto del rischio geopolitico associato alla deglobalizzazione. I dazi incidono sul costo dei prodotti, influenzando le dinamiche di domanda e offerta, inoltre sono il frutto di decisioni spesso imprevedibili, che gli analisti possono avere difficoltà a incorporare
PRINCIPI E PARAMETRI PER UNA VALUTAZIONE CONCRETA
AllianceBernstein, in un blog dal titolo “Guerre commerciali e dazi mettono alla prova gli investitori azionari”, a cura di Dev Chakrabarti, Chief Investment Officer, Concentrated Global Growth, e Cem Inal, Chief Investment Officer US Large Cap Value Equities; Portfolio Manager, Global Real Estate Securities, delinea alcuni principi e parametri per una valutazione concreta. Il primo passo è studiare il quadro politico sottostante. Le restrizioni USA ai semiconduttori sono parte dell’inversione di tendenza della globalizzazione e delle politiche bipartisan per la protezione di tecnologia e catene di fornitura. In secondo luogo, gli investitori dovrebbero identificare le imprese a rischio e i potenziali beneficiari di queste politiche…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.