Tra i fattori che portano a preferire i bond della regione ci sono il mutamento di aspettative sul taglio dei tassi, l’ombra lunga delle presidenziali e i margini di recupero rispetto all’economia USA
La debolezza degli ultimi dati economici ha portato a rivalutare il numero di potenziali riduzioni dei tassi d’interesse nei mercati sviluppati da qui a fine 2025. Questo mutamento radicale in termini di aspettative, come spiega il team Global Fixed Income, Currency and Commodities Group di JPMorgan Asset Management, ha un peso quando si tratta di decidere dove assumere posizioni di duration all’interno dei portafogli globali.
CRESCITA USA IN FRENATA?
“Sebbene i dati macroeconomici si siano sostanzialmente indeboliti, vi sono ancora differenze tra le varie regioni – si legge nel bond bulletin settimanale del team – visto che le prospettive per l’economia degli Stati Uniti sembrano essere più resilienti rispetto a quelle dell’Eurozona e di altri mercati sviluppati”. Inflazione e crescita del Pil in particolare risultano significativi. “Il dato sull’inflazione di giugno è stato positivo, ma quella complessiva (3,0% su base annua) è più lontana dall’obiettivo rispetto all’inflazione dell’Eurozona (2,5%). Anche le stime di consenso di Bloomberg riguardo alla crescita del Pil in termini reali mostrano una significativa dispersione tra regioni che fa prevedere un tasso di crescita di oltre il 2% su base annua per gli Stati Uniti, a fronte di meno dell’1% atteso per Regno Unito, Eurozona e Giappone”. Considerata la posizione di relativa forza dell’economia statunitense, dunque, “tali tassi segnalano un rallentamento della crescita negli Stati Uniti rispetto al 2023 e un’accelerazione nelle altre tre regioni”…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.