La casa d’investimento privilegia i governativi USA a 5 e 10 anni e quelli della Spagna, mantiene un approccio selettivo nell’IG, ha portato a neutrale la view sull’high yield in euro, ed è neutrale sul debito sovrano dei paesi emergenti
I recenti dati macroeconomici statunitensi continuano ad indicare una traiettoria verso un allentamento monetario. A giugno, sia l’indice ISM manifatturiero che quello dei servizi sono scivolati sotto quota 50 (livello che indica contrazione dell’attività economica) mentre il tasso di disoccupazione è salito al 4,1% e i dati sull’inflazione (compreso il PCE) sono leggermente diminuiti. “La Federal Reserve ha però mantenuto un atteggiamento relativamente cauto, con i dot plot che indicano ancora meno di 2 tagli dei tassi. Noi riteniamo plausibile che il primo intervento possa avvenire a settembre” fa sapere Philippe Noyard, Global Head of Fixed Income di Candriam.
GLI IMPATTI DELLE ELEZIONI STATUNITENSI DEL 5 NOVEMBRE
Il manager, guarda già alle elezioni statunitensi del 5 novembre, il cui un impatto sullo scenario fiscale degli Stati Uniti e sull’economia in generale sarà rilevante, perché sono destinate ad esercitare forti preoccupazioni sia sul fronte dei tassi che della volatilità. “Il contesto suggerisce di privilegiare una posizione long sui tassi statunitensi. In particolare sulle scadenze a 5 e 10 anni che evidenziano una migliore dinamica di flusso cedolare (carry) rispetto alla parte breve della curva e restano un porto sicuro in caso di un maggiore rischio geopolitico” spiega Noyard…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.