L’ex presidente della Bce ha presentato il rapporto sulla competitività tracciando un quadro impietoso per la situazione europea ed esortando a non rimandare le decisioni: “Senza produttività l’Ue non sarà più leader”
Emerge un quadro impietoso dal rapporto sulla competitività presentato oggi dall’ex presidente della Bce, Mario Draghi, ai 27 Paesi della Ue e destinato a diventare il pilastro dell’agenda europea per la legislatura ormai avviata. Nel rapporto non ci sono assolute novità né sul piano dell’analisi né sul piano delle raccomandazioni, ma è l’indicazione politica il vero messaggio: Draghi spiega che non c’è più tempo per traccheggiare. “Dobbiamo abbandonare l’illusione che solo il rinvio può preservare il consenso – ha detto – In realtà, il rinvio ha prodotto solo una crescita economica più bassa e certamente non ha aumentato il consenso ai governi”.
A RISCHIO BENESSERE, AMBIENTE E LIBERTÀ
L’esortazione dell’ex banchiere è quella di fare in fretta perché “l’Europa ha raggiunto un punto limite”: “Se non si agisce – ha spiegato – risulterebbero compromessi il nostro benessere, il nostro ambiente o la nostra libertà”. Dal report emerge, infatti, che l’Ue sta entrando nel primo periodo della sua storia recente in cui la crescita non sarà sostenuta dall’aumento della popolazione. Entro il 2040 si prevede che la forza lavoro si ridurrà di quasi 2 milioni di lavoratori ogni anno. “Dovremo fare più affidamento sulla produttività per guidare la crescita – ha spiegato Draghi – Se il tasso di media di crescita dovesse essere quello in atto dal 2015, sarebbe sufficiente solo a mantenere costante il pil fino al 2050, in un momento in cui le nuove esigenze di investimento dovranno essere finanziate attraverso una crescita più elevata“…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.