Non sono più gli anni 70 e 80 del secolo scorso quando i destini della lira si decidevano a Bonn e nemmeno quelli della crisi del debito. La Bce è una sponda possibile per UniCredit che non molla
Questa storia dei tedeschi che fanno le barricate per impedire a UniCredit di prendersi Commerzbank, oltretutto dopo aver invitato loro gli italiani a investire nella banca salvata da Berlino con i soldi del contribuente, racchiude una parte di verità, più storica che attuale. La banca di Orcel è già “tedesca”, si è comprata, anche allora “salvandola”, la HVB nel 2005 ed ha avuto per diversi anni un presidente tedesco, Dieter Rampl, che ha gestito la fase difficile del dopo-Profumo a seguito delle crisi finanziaria globale. Negli anni 70 e 80 del secolo scorso la Germania aveva buon gioco a bacchettare l’Italia per la mancanza di disciplina monetaria, che portava a svalutazioni a catena della vecchia lira, di cui proprio i tedeschi erano i primi beneficiari, perché ogni volta che la moneta italiana perdeva valore venivano pesantemente scontate le importazioni di componenti industriali essenziali per la macchina produttiva germanica. Ai francesi invece la lira svalutata non piaceva, perché abbassava i prezzi sul terreno della concorrenza diretta con i cugini d’oltralpe sui mercati globali.
LA POTENTE BUNDESBANK MESSA ALL’ANGOLO DA DRAGHI
Erano i tempi in cui la Bundesbank e il marco tedesco dettavano legge in materia di tassi d’interesse e monete. Poi l’euro ha cambiato tutto e livellato il campo di gioco, fino alla crisi del debito del 2011, quando in Italia sono tornate le tentazioni di uscire e ricominciare a svalutare e in Germania le diffidenze sull’affidabilità italica. Ci ha pensato proprio l’Italiano Mario Draghi a rimettere le cose a posto, prima costringendo i suoi compatrioti a tornare alla disciplina e poi mettendo regolarmente all’angolo la Bundesbank, rappresentata nel direttorio della Bce da un certo Jens Weidmann, che guarda caso da poco più di un anno presiede il consiglio di sorveglianza di Commerzbank. Ma anche nella storia di oggi la banca centrale di Francoforte potrebbe stare dalla parte degli italiani, si è detta favorevole alle fusioni bancarie transfrontaliere e potrebbe presto autorizzare UniCredit ad arrivare al 29,9% della banca tedesca, appena sotto la soglia di Opa…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.