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La pandemia ha rafforzato e accelerato la preferenza degli investitori per le strategie ESG, con l’Europa più avanti e gli USA ancora indietro. Smentita la credenza che investimenti responsabili implichino minori rendimenti
La pandemia sta rafforzando l’importanza degli investimenti responsabili, che sono diventati temi sempre più condivisi: secondo RBC Global Asset Management, il 75% degli investitori integra i fattori ESG nel proprio approccio e nelle proprie decisioni di investimento, sebbene gli USA siano in ritardo con il 65% contro il 94% dell’Europa e il 72% dell’Asia. Gli investitori inoltre sono sempre più sensibili ai rischi legati alla catena di approvvigionamento e alla cultura del posto di lavoro, con una particolare attenzione agli standard di sicurezza dei dipendenti, e monitorano sempre più da vicino il cambiamento climatico, che secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha anche un impatto anche sulla vulnerabilità alle malattie infettive.
MAGGIOR CREAZIONE DI VALORE
Molti temono che gli investimenti responsabili implichino rendimenti più bassi, ma si tratta di visione poco lungimirante, perché l’integrazione dei fattori ESG consente di individuare società con migliori prospettive di creazione di valore nel lungo periodo, evitando gli asset i cui prezzi non riflettono correttamente i costi legati al cambiamento climatico e riducendo l’esposizione del portafoglio ai rischi sociali e di governance. Lo sottolinea David Riley, Chief Investment Strategist di BlueBay Asset Management, specializzata nel fixed-income, con una lunga tradizione nella gestione alternativa, secondo cui vi sono prove che dimostrano che le strategie di investimento che tendono a sovrappesare i titoli con rating ESG elevato o in miglioramento sovraperformano quelle tradizionali…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.
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