I candidati alla presidenza hanno profili politici ben noti in materia di energia, e gli esperti della casa d’investimento illustrano come potrebbero tradursi in pratica e le implicazioni per gli investitori
L’amministrazione Biden-Harris ha puntato gran parte del suo capitale politico sulla transizione energetica, riducendo le emissioni di carbonio e incoraggiando l’uso di auto elettriche ed energie rinnovabili, mentre l’ex presidente Donald Trump è noto per il suo sostegno all’industria dei combustibili fossili e per la semplificazione della regolamentazione energetica. Alla luce dei recenti progressi sulle fonti di combustibile alternative, il rallentamento della crescita dello scisto negli Stati Uniti e il crescente fabbisogno energetico, Ronald B. Silvestri, e Jeff Wyll, analisti di ricerca senior di Neuberger Berman, hanno approfondito il significato, per il settore energetico, delle posizioni dei due candidati alla presidenza USA rivelando interessanti aspetti.
IL PUNTO DELLA SITUAZIONE
Il presidente Joe Biden si è impegnato dall’inizio del suo mandato quadriennale ad annullare gli ordini esecutivi di Trump, tra cui il rientro nell’accordo di Parigi sul clima e la revoca dell’approvazione dell’oleodotto Keystone XL tra il Canada occidentale e il Nebraska. Si è poi allineato agli ambientalisti rafforzando gli obiettivi di aria pulita per le automobili, bloccando l’esplorazione in alcune parti dell’Alaska e ritardando nuove locazioni nel Golfo del Messico. Significativo anche il suo sostegno alle energie rinnovabili con, in particolare, l’Inflation Reduction Act del 2022, che ha fornito centinaia di miliardi di dollari in sussidi fiscali e sovvenzioni per progetti energetici a basse emissioni di carbonio, catene di fornitura, acquisti di auto elettriche e altro ancora…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.