Al neo presidente Usa verranno ricordati gli effetti della crisi delle banche regionali americane all’inizio del 2023 mentre la riluttanza a regolamentare il rischio bancario potrebbe diffondersi in Europa
Tra le elezioni presidenziali USA del 5 novembre e il 14 novembre, le large cap statunitensi hanno guadagnato oltre il 4%, mentre l’indice mondiale – a esclusione delle azioni USA – ha accusato una perdita più del 2% (in dollari). I rendimenti obbligazionari, invece, sono tornati a salire perché gli investitori temono un aumento dell’inflazione mentre il dollaro si è rafforzato rispetto alle altre valute. “La netta vittoria di Trump ha spinto del 40% Tesla in una settimana, elettrizzata dall’ingresso di Elon Musk nella squadra presidenziale, mentre le grandi banche hanno segnato un +11% e quelle più piccole un + 13%” aggiunge Alexis Bienvenu, Fund manager La Financière de l’Échiquier.
ATTESA PER I TAGLI NELLE REGOLAMENTAZIONI
Secondo il quale a spiegare queste dinamiche sono i pesanti tagli nelle regolamentazioni promessi da Trump. Se negli Stati Uniti fosse stato applicato il cosiddetto accordo “Basilea 3” per rafforzare la vigilanza bancaria il settore avrebbe subito un appesantimento dei vincoli prudenziali che adesso con Trump potrebbero essere alleggeriti o, perlomeno, non aumentati. Non solo. Non si può neppure escludere che il nuovo presidente accantoni la regolamentazione attuata a seguito della crisi finanziaria del 2008, raccolta nella legge Dodd-Frank approvata nel 2010 sotto la presidenza Obama…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.