AllianceBernstein, in un commento di Eric Winograd, analizza l’impatto atteso delle prossime misure fiscali Usa , che richiederanno maggiori entrate con effetti sul deficit federale che corre già ai massimi
Nel valutare il programma di politica fiscale della nuova amministrazione Trump, un’importante variabile che gli investitori dovranno decifrare riguarda l’impatto su spesa pubblica, deficit e debito. Con i risultati in gran parte disponibili e i Repubblicani che si accingono a controllare la Casa Bianca e il Congresso. Dalla pandemia il deficit ha raggiunto il livello più elevato mai toccato fuori da guerre o recessioni e oggi si attesta al 6,5% circa del PIL, e il Congressional Budget Office lo prevede sostanzialmente invariato nel prossimo decennio. AllianceBernstein, in un’analisi di Eric Winograd, Director Developed Market Economic Research, sottolinea che per ridurre il disavanzo il governo deve raccogliere maggiori entrate, aumentando le tasse, o tagliare la spesa.
NUOVE TASSE IMPOPOLARI, TAGLI DIFFICILI
La prima strada è impopolare e la seconda difficile, poiché gli esborsi obbligatori legati a voci come previdenza e Medicare crescono con l’invecchiamento demografico. La spesa discrezionale offre margini più ampi, ma rappresenta solo il 25% del totale con circa metà per esercito e difesa. All’aumentare del debito crescono gli interessi, una spesa salita dal 2,5% del PIL nel 2021 a poco sotto il 3,5% oggi, e AllianceBernstein si aspetta che cresca ancora. I mercati obbligazionari sono in allarme, per cui occorre formulare qualche ipotesi sulle implicazioni. Secondo il Committee for a Responsible Federal Budget, tra il 2026 e il 2035 le proposte di Trump comporterebbero un aumento del deficit tra 1.650 e 15.550 miliardi di dollari, mentre l’University of Pennsylvania/Wharton stima un impatto netto primario di 4.100 miliardi di dollari…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.