Capital Group, in un analisi di Carl Kawaja, Equity Portfolio Manager, spiega pro e contro per i tre settori, esposti anche a trend più generali. I fattori dazi, tassi di interesse e tenuta dei consumatori
Il cambio di leadership USA mette la separazione tra vincitori e vinti della Trumponomics 2.0 al centro dell’attenzione degli investitori, che si chiedono che impatto avranno i conflitti geopolitici e l’aumento delle tariffe sul commercio globale e sull’inflazione, mentre a livello di base ci si chiede come andranno i settori e le aziende specifiche. Gli utili del terzo trimestre offrono alcuni indizi che potrebbero aiutare gli investitori a prepararsi. Capital Group analizza cosa potrebbe significare la Trumpeconomics per banche, auto e beni di lusso in un commento a cura di Carl Kawaja, Equity Portfolio Manager.
VANTAGGIO PER LE BANCHE MA INCOGNITA TASSI
Le banche possono trarre vantaggio, ma la prospettiva di un aumento dei tassi offusca le previsioni. Con Trump, è probabile che i requisiti patrimoniali si allentino, e che le fusioni saranno oggetto di minori controlli antitrust, con un aumento delle transazioni positivo per il settore. Kawaja sottolinea che le grandi banche sono in buona forma: le carte di debito e credito hanno spinto i conti di JP Morgan, e i consumi rimangono forti, a meno che il mercato del lavoro non si indebolisca. I timori per l’aumento della spesa pubblica e l’impatto sull’inflazione hanno spinto al rialzo i rendimenti dei Treasury. Ma è presto per sapere quanto potrebbero essere inflazionistiche le nuove politiche. Ad avviso di Capital Group l’impatto della stretta monetaria si sta ancora facendo strada e d’inflazione richiederebbe un po’ di tempo per guadagnare trazione, per cui è probabile che i tassi della Fed continuino a scendere nel 2025…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.