È uno champagne Blanc de Blancs che ha pochi rivali, soprattutto per la fascia di prezzo rispetto alla qualità, ma l’ultima innovazione segna un grande salto per appassionati e intenditori. Il Dom Ruinart Blanc de Blancs 2013 appena sul mercato – chardonnay al 100% – ha beneficiato del lungo affinamento in bottiglie chiuse da un tappo di sughero anziché con il tradizionale tappo a corona e la bidule, il cilindro di plastica che aderisce perfettamente al collo della bottiglia. Cosa cambia? Tutto. In pratica la bottiglia respira anche durante il riposo sui lieviti, al contrario della completa mancanza di ossigeno prevista dalla pratica ormai centenaria. L’ossigenazione attraverso il sughero, protratta per dieci anni di invecchiamento, offre una dimensione aggiuntiva. Già al colore si vede: appena versato rivela una maggiore complessità, che si conferma al gusto. Non solo. L’annata 2013 è anche frutto di una vendemmia tardiva, uno champagne autunnale l’hanno definito, cosa che esalta ancora di più il corpo del vino. Una complessità aromatica che tuttavia preserva la freschezza tipica di questa cuvèe.
POSIZIONAMENTO SUL MERCATO
L’hanno definito un esercizio di stile di Frédéric Panaiotis, chef de Cave, il direttore della cantina, capo di tutti gli enologi. In realtà è frutto di ricerche avanzate finalizzate al posizionamento sul mercato, in questa fase di rallentamento delle vendite globali. Dopo il boom post Covid, infatti, gli champagne stanno conoscendo un ridimensionamento delle vendite. Ridimensionamento con valori, comunque, che li posizionano sempre in rialzo rispetto al periodo pre pandemia. L’andamento degli ultimi periodi conferma questo trend. A novembre, per esempio, al Liv-ex, il mercato secondario dei Fine Wine di Londra, lo champagne ha rialzato di colpo la testa, superando per quota di valore del trading pari al 19,8 per centro i blasonati Borgogna…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.