Facebook Inc (NASDAQ:FB) e Google – consociata di Alphabet Inc (NASDAQ:GOOG) (NASDAQ:GOOGL) – dovranno pagare i media australiani per i contenuti di notizie, una dinamica che potrebbe essere replicata anche in altre nazioni del mondo, come ha riferito Bloomberg mercoledì.
Cosa è successo: giovedì (ora locale) il parlamento australiano ha approvato la nuova legge.
Il Ministro del Tesoro australiano Josh Frydenberg ha affermato che la nuova legge garantirà che “le aziende dei mezzi di informazione siano equamente remunerate per i contenuti che generano”, come riportato da Bloomberg.
“Il codice rappresenta una significativa riforma microeconomica, che ha attirato l’attenzione del mondo sul parlamento australiano”.
Martedì il governo ha apportato modifiche dell’ultimo minuto alla legge proposta, fra cui l’introduzione di un periodo di mediazione di due mesi; i cambiamenti daranno ai colossi tech e ai media più tempo per negoziare accordi commerciali.
“Per fortuna, dopo ulteriori discussioni, il governo australiano ha acconsentito a cambiamenti che implicano l’incoraggiamento a negoziati equi senza la minaccia incombente di un arbitrato oppressivo e imprevedibile”, ha detto Nick Clegg, vice presidente degli affari globali di Facebook, in un post sul blog del gruppo di Menlo Park.
Perché è importante: i due titani tecnologici nel mirino della nuova legge hanno reagito in modo diverso: Google ha lanciato una piattaforma per la presentazione di notizie e ha stipulato accordi sui contenuti con gli editori australiani, mentre Facebook aveva cancellato i suoi feed dalle notizie degli editori del Paese.
Le azioni di Facebook hanno colpito anche i siti web del governo australiano che forniscono servizi di emergenza e di risposta alla pandemia.
Clegg ha scritto che la decisione di sospendere le notizie dal feed della piattaforma non è stata presa alla leggera o all’improvviso; il dirigente ha affermato che la società doveva agire rapidamente perché “era legalmente necessario farlo prima che la nuova legge entrasse in vigore e dunque abbiamo commesso un errore dal punto di vista dell’eccessiva applicazione della legge”.
“In tal modo alcuni contenuti sono stati inavvertitamente bloccati; per fortuna, gran parte di questa situazione è stata rapidamente revocata”.
Movimento dei prezzi: mercoledì le azioni Facebook hanno chiuso con una flessione di quasi lo 0,6% a 264,31 dollari e poi nell’after-market hanno ceduto un altro 0,2%; lo stesso giorno, le azioni di Classe A di Alphabet hanno chiuso in crescita dell’1,15% a 2.083,81 dollari e nella sessione after-hours hanno guadagnato quasi lo 0,1%; le azioni di Classe C della società hanno chiuso in rialzo dell’1,17% a 2.095,17 dollari e nell’after-market sono salite di quasi lo 0,2%.
Immagine: Obi Onyeador tramite Unsplash