La Strategy Unit di Pictet AM illustra gli scenari per regioni e settori: la forza Usa è sostenuta da tagli alle tasse e deregulation, mentre i rischi sono il debito e una guerra dei dazi
Finora gli investitori hanno ampiamente prezzato un Trump 2.0 “buono”, concentrandosi sugli elementi positivi delle sue promesse politiche, come riduzione delle tasse e deregolamentazione, e sottovalutando il rischio dazi e le politiche draconiane anti-immigrazione. Notevoli sarebbero invece i danni causati negli Usa e all’estero da un Trump “cattivo”, impegnato nell’attuazione a pieno regime nel suo primo anno di mandato di tutte le politiche negative per il mercato. Gli Usa hanno un debito pubblico al 100% del Pil, che salirebbe al 143% in 10 anni se venissero attuate fino in fondo le politiche di Trump, mentre il deficit sta crescendo da un già elevato 6% al 9% del Pil, uno dei più alti al mondo.
BASSE PROBABILITÁ DI RECESSIONE
I dati su debito pubblico e deficit Usa sono insostenibili e potrebbero influire sul sentiment del mercato. Lo sottolinea in un commento sui mercati globali e le attese per il 2025 la Strategy Unit di Pictet Asset Management, secondo cui la probabilità che Trump scateni una recessione è del 15%, con un’ulteriore probabilità del 25% che dia il via a uno shock inflazionistico, con possibile volatilità derivante da una guerra dei dazi. Ma lo scenario di base, che Pictet AM stima probabile al 40%, è che Trump implementi solo in parte le sue politiche, con tagli alle tasse che bilanciano i dazi, consentendo all’economia di continuare a crescere, mentre l’inflazione continua ad avvicinarsi al target, lasciando alla Fed margine di manovra…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.