L’inflazione al consumo è aumentata per il terzo mese consecutivo a dicembre, riaccendendo le preoccupazioni che il raffreddamento della pressione sui prezzi, durato mesi, possa essere finito e mettendo in dubbio la capacità della Federal Reserve di guidare l’inflazione verso l’obiettivo del 2%.
L’indice dei prezzi al consumo è aumentato del 2,9% su base annua a dicembre, secondo i dati pubblicati mercoledì dal Bureau of Labor Statistics. Si tratta di un aumento rispetto al 2,7% di novembre e corrisponde alle previsioni degli economisti. In particolare, si tratta del terzo aumento consecutivo dell’inflazione e del tasso annuale più alto dal luglio 2024.
Su base mensile, i prezzi al consumo sono aumentati dello 0,4%, rispetto al +0,3% del mese precedente e al +0,3% previsto dagli analisti.
L’indice energetico è salito del 2,6% a dicembre, contribuendo a oltre il 40% dell’aumento mensile dei prezzi complessivi, con l’indice della benzina che è salito del 4,4% durante il mese.
L’inflazione core, che esclude le categorie volatili di cibo ed energia, è aumentata del 3,2% su base annua, al di sotto della stima del 3,3%. Su base mensile, i prezzi core hanno segnato un aumento dello 0,2%, in linea con le stime.
Tra le voci che hanno registrato un aumento a dicembre figurano gli alloggi, le tariffe aeree, le auto e i camion usati, i veicoli nuovi, l’assicurazione auto e le cure mediche.
Reazioni del mercato: rendimenti e dollaro in calo
Prima della pubblicazione del report sull’IPC, gli operatori avevano previsto un taglio dei tassi di 25 punti base entro dicembre 2025, secondo lo strumento FedWatch del CME.
I dati contrastanti sull’inflazione di dicembre potrebbero mantenere le speranze di più di un taglio dei tassi entro la fine dell’anno piuttosto ridotte.
I rendimenti dei titoli del tesoro sono crollati in risposta ai dati, con il rendimento biennale sensibile alle politiche in calo di 9 punti base al 4,28%. Anche il dollaro statunitense si è indebolito, con un indice chiave che segue il biglietto verde in calo dello 0,5% durante la sessione.
I mercati azionari hanno reagito con ottimismo. I futures sull’S&P 500 sono saliti dell’1,5%, mentre i contratti legati al Nasdaq 100 sono saliti dell’1,6%.
Martedì, l’SPDR S&P 500 ETF Trust (NYSE:SPY) è salito dello 0,1%, mentre l’Invesco QQQ Trust, Series 1 (NASDAQ:QQQ) è sceso dello 0,1%.
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