Morgan Stanley IM prevede che, se Trump non farà subito marcia indietro sulla politica commerciale, l’economia statunitense rallenterà sulla spinta dell’inflazione con il conseguente declino del 30-35% dell’indice S&P 500
I mercati smettono di farsi prendere dal panico quando i politici iniziano a farlo, ma non sembra per ora il caso di Donald Trump e dei suoi consiglieri, mentre il Congresso o la Fed non intervengono anche se il danno sul mercato sta preannunciando il danno economico, forse pensando ad un probabile cambiamento di rotta. Ma fino ad allora, l’ipotesi di base è quella di una recessione e di un vero e proprio mercato orso azionario del -30-35% totale, che al 4 aprile era già a metà strada. È la valutazione del “prezzo dei dazi” di Morgan Stanley Investment Management espressa in un commento di Cyril Moulle-Berteaux, Head of Global Multi-Asset Team, basato sulla situazione dei mercati alla chiusura di venerdì 4 aprile.
CONSUMI E INVESTIMENTI IMPATTATI DAI DAZI
Se mantenute anche solo per 4-5 mesi, secondo l’esperto di MSIM, i dazi porteranno a una recessione, poiché i redditi dei consumatori saranno colpiti e l’incertezza bloccherà investimenti e assunzioni. Se rimanessero in vigore solo per 1-2 mesi o venissero ridotti in modo significativo a brevissimo, l’economia Usa subirebbe comunque un duro colpo, ma eviterebbe la recessione. Ma una decelerazione richiede tempo e intanto è probabile una severa sofferenza economica. Per questo il quadro base di MSIM stima un 70% di probabilità di recessione con spinta all’inflazione e un declino del 30-35% dell’S&P, in parte già prezzato, accompagnato da un rally dei bond…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.