Cresce il numero delle acquisizioni e degli accordi che gruppi come Saipem e Fincantieri hanno portato a termine, con un unico scopo: puntare al controllo dei fondali marini che dall’Italia arrivano in India. Ecco come e perchè
Che siano tempi di pace o tempi di guerra, i prossimi anni richiederanno maggiore attenzione su temi come la difesa e la sicurezza. E mentre una parte della filiera produttiva sta sviluppando sofisticati mezzi di protezione basati su impianti missilistici, rilevazioni satellitari e velivoli senza pilota, da qualche tempo in Italia si assiste a un progressivo avanzamento delle tecnologie “underwater”, così definite perché specializzate nell’ispezione subacquea. In quest’ottica si deve leggere e comprendere l’accordo siglato tra la filiale araba di Fincantieri e il Ministero Saudita del Turismo per avviare un monitoraggio della costa del Mar Rosso e che, in termini di intelligence, deve essere interpretato come “controllo e difesa dal fondo del canale di Suez”. L’aveva già pronosticato il nostro ministro degli esteri Antonio Tajani alcuni giorni fa, quando precisò che sono in atto iniziative per “rendere sicure le vie commerciali tra Mediterraneo, Medio Oriente e India”. E’ la Via del Cotone, l’alternativa occidentale alla visione cinese della Via della Seta, che prende corpo anche nelle profondità oceaniche.
ABISSI ULTIMA FRONTIERA
Le profondità marine sono solcate da sottomarini, ma sono anche visitate da apparecchiature robotiche. Sono gli idro-droni, in grado di sorvegliare i punti più nascosti nei fiordi, nelle cavità e negli anfratti sotto il livello del mare. Saipem ha una società dedicata, la Sonsub, con sedi a Marghera e a Trieste, che progetta e produce sistemi come Hy-drone, in grado di spostarsi fino a 3 mila metri di profondità e che grazie a un sistema di batterie ricaricabili è in grado di muoversi in un raggio di 100 chilometri per 12 mesi. Una vera e propria arma difensiva strategica perché, oltre a fornire servizi di monitoraggio e di riparazione delle infrastrutture offshore – pensiamo agli impianti petroliferi – può intervenire in casi di emergenza come la riparazione dei cavi sottomarini, di gasdotti e oleodotti che serpeggiano nei fondali. Oppure sorvegliare le aree di competenza, registrare anomalie o strane presenze…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.