Mediobanca ha tracciato una linea netta: il futuro si chiama Banca Generali. Nella conference call post-aggiornamento del piano industriale al 2028, l’amministratore delegato Alberto Nagel ha parlato chiaro. “Non vediamo alternative oggi, siamo focalizzati su questo progetto, che dovrebbe concretizzarsi a ottobre”. Una visione strategica ben definita, con una sola direzione percorribile.
Cosa è successo
Nagel ha motivato la scelta con parole nette: Banca Generali è una delle poche opzioni industriali e finanziarie davvero convincenti. Mediobanca si affida alla partecipazione in Generali come leva per realizzare l’integrazione. Nessun piano B all’orizzonte, almeno non ora. “Serve una motivazione forte per cambiare rotta, e Banca Generali lo è”, ha sottolineato.
Le cifre raccontano il potenziale: ricavi a 5 miliardi di euro nel 2028 se l’operazione andrà in porto, contro i 4,4 miliardi stimati nello scenario stand-alone. La differenza chiave? Il Wealth Management, che passerebbe a incidere per il 50% dei ricavi, rispetto all’attuale 30%.
Nagel ha spiegato che le simulazioni sono state costruite sui risultati 2024 di Banca Generali e sulle sinergie previste da una possibile fusione. L’OPS lanciata a fine aprile, offrendo la quota in Generali, è il primo passo verso questa visione.
Quanto al piano autonomo, Nagel rassicura: “È privo di rischio”, grazie alla storica capacità di Mediobanca di centrare i propri obiettivi.
Perché è importante
Il contrasto con la proposta di MPS non potrebbe essere più marcato. Nagel la definisce “una transazione ostile”, un’anomalia nel panorama bancario europeo: una banca commerciale che tenta di acquisire una banca d’investimento.
I timori sono concreti: elevati attriti sui ricavi, impatto incerto sull’utile per azione (EPS), e difficoltà nella stima dei dividendi futuri. In sintesi, una rotta piena di insidie, che Mediobanca non intende seguire.
Dietro la fermezza, c’è una scelta di coerenza. “Tra le due opzioni non c’è paragone”, ha detto Nagel. La banca milanese preferisce l’ambizione ponderata del progetto con Banca Generali ai salti nel buio.
Il messaggio è chiaro: innovazione sì, ma non a ogni costo. Piazzetta Cuccia vuole crescere, ma senza tradire il proprio DNA.
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