È quanto mette in evidenza lo studio realizzato con Boston Consultin Group che fotografa un mercato sempre più trainato dai consumatori ultra-high-end: sfide, strategie e nuove priorità per i brand
Nel mondo del lusso la domanda non è mai stata così concentrata. A certificarlo è l’ultima edizione dell’Altagamma Consumer and Retail Insight presentata a Milano da Altagamma in collaborazione con Boston Consulting Group. Il dato chiave più evidente che emerge dal rapporto è che lo 0,1% dei clienti alto spendenti genera il 37% della spesa complessiva nel settore del lusso a livello globale, il 23% se si escludono le categorie mobilità di lusso, benessere e longevità. Gli aspirazionali, invece, pari al 61% del mercato e che un tempo erano il motore della crescita, oggi mostrano segnali di rallentamento. Il 35% di loro, infatti, ha ridotto la spesa. Si parla di meno di 5mila euro l’anno.
PER I TOP TIER LUSSO SIGNIFICA IDENTITÀ
Oggi a trainare il mercato del lusso, dunque, sono la fascia alta e altissima dei consumatori. Si tratta dei cosiddetti top-tier, capaci di investire almeno 50mila euro l’anno in beni e servizi di alta gamma. La loro spesa media annua nel lusso è di 360mila euro su categorie di lusso personale, ospitalità, design, vini e distillati, e di 500mila euro includendo anche auto di lusso e benessere e longevità. Consumatori che cercano non solo prodotti di livello, ma riconoscimento, esclusività e personalizzazione radicale. Per loro il lusso non è aspirazione, ma identità. Il report di BCG mette in luce come questa clientela stia cambiando le regole del gioco. I brand non possono più affidarsi a strategie “one to many”, ma devono costruire relazioni su misura, quasi confidenziali…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.