Il no dell’assemblea di Mediobanca all’Ops proposta dall’ad Alberto Nagel segna uno spartiacque per la finanza italiana. La bocciatura del progetto di acquisizione di Banca Generali, basato sul pacchetto del 13,2% di Generali in possesso di Piazzetta Cuccia, ridisegna non solo il futuro dell’istituto, ma anche i rapporti di forza tra Mps, Delfin e Caltagirone, con il governo italiano pronto a giocare il ruolo di arbitro.
Cosa è successo
Oggi 21 agosto, l’assemblea straordinaria di Mediobanca ha respinto il piano di Nagel: i voti favorevoli si sono fermati al 35% del capitale sociale, lontani dalla soglia necessaria. Circa il 32% degli azionisti ha scelto l’astensione, tra cui Delfin (20%) e diverse casse previdenziali, mentre il gruppo Caltagirone ha votato contro.
Il progetto di Nagel puntava a rafforzare il wealth management e a rendere Mediobanca meno vulnerabile all’assalto di Mps, che lo scorso 14 luglio ha lanciato la sua Ops sull’istituto con l’appoggio proprio di Delfin e Caltagirone. Dopo il no, l’operazione Mediobanca–Banca Generali è stata dichiarata decaduta, spianando la strada ai piani del ceo di Mps, Luigi Lovaglio.
Ora, lo scenario guarda all’8 settembre, data di chiusura dell’offerta di Siena: ad oggi hanno già aderito il 19,4% degli azionisti, segnale che l’operazione sta guadagnando consenso.
Perché è importante
Il risultato dell’assemblea non è solo la sconfitta di un progetto, ma l’inizio di una nuova fase nella geografia del potere finanziario italiano. Mediobanca ha perso l’occasione di blindarsi, mentre Mps, Delfin e Caltagirone si trovano a un passo dal rafforzare la propria presa.
Il vero obiettivo resta Generali, colosso assicurativo con 650 miliardi di asset gestiti e una governance da tempo contesa. Se Mps riuscirà a conquistare Mediobanca, il pacchetto del 13,2% in Generali sposterà inevitabilmente gli equilibri, rimettendo in discussione la leadership dell’ad Philippe Donnet, già contrastato da Caltagirone e Delfin.
Per il governo, invece, lo scenario rappresenta l’opportunità di favorire la nascita di un “terzo polo bancario italiano”, con Mps, Mediobanca e in prospettiva Banco Bpm, da contrapporre a Intesa Sanpaolo e Unicredit.
In sintesi, dopo il voto di oggi, la mappa della finanza italiana non è più la stessa: il risiko entra nella sua fase decisiva e gli equilibri storici attorno a Mediobanca e Generali potrebbero cambiare per sempre.
Potrebbe interessarti: Gli azionisti bocciano l’Ops su Banca Generali: cosa cambia ora?
Per ulteriori aggiornamenti su questo argomento, aggiungi Benzinga Italia ai tuoi preferiti oppure seguici sui nostri canali social: X e Facebook.
Ricevi informazioni esclusive sui movimenti di mercato 30 minuti prima degli altri trader
La prova gratuita di 14 giorni di Benzinga Pro, disponibile solo in inglese, ti permette di accedere ad informazioni esclusive per poter ricevere segnali di trading utilizzabili prima di milioni di altri trader. CLICCA QUI per iniziare la prova gratuita.
Foto: Shutterstock