Il settore bancario italiano è tornato prepotentemente sotto i riflettori di Wall Street. Gli analisti di JP Morgan hanno espresso un rinnovato e marcato ottimismo, aggiornando le proprie stime e alzando i target price per alcuni dei principali istituti di credito del Paese.
La decisione, parte di una rivalutazione complessiva del comparto bancario europeo, suggerisce che il momento d’oro per le nostre banche potrebbe essere solo all’inizio. Ma quali sono i fattori chiave che spingono questa fiducia e cosa significa per gli investitori?
Cosa è successo
JP Morgan ha rivisto al rialzo i prezzi obiettivo per UniCredit, Intesa Sanpaolo e Banco BPM, sottolineando un outlook più favorevole per le banche europee e un previsto calo del costo del capitale. Secondo il report, i fondamentali italiani sono in miglioramento, i bilanci solidi e la gestione del capitale efficiente, rendendo questi istituti tra i più attraenti del continente.
Per UniCredit, la fiducia è massima: il target price sale da 70 a 80 euro per azione (raccomandazione overweight), grazie a prospettive di utile netto oltre 9,3 miliardi nel 2025 e un RoTE superiore al 17%. Anche Intesa Sanpaolo vede un aumento del target price da 6 a 6,5 euro (raccomandazione overweight), premiando la solidità patrimoniale e la capacità di distribuire dividendi generosi e stabili.
Un discorso più sfumato per Banco BPM, il cui target price è stato alzato da 10,8 a 12 euro, ma con il giudizio che resta neutral. Gli analisti apprezzano le buone performance operative, l’utile semestrale record di oltre 1,2 miliardi e la gestione virtuosa dei crediti deteriorati, ma il titolo ha già quasi raggiunto il nuovo target.
Perché è importante
L’analisi di JP Morgan evidenzia che il settore bancario europeo è in una fase ideale. Le banche vengono scambiate a valutazioni ancora interessanti, nonostante i solidi fondamentali e l’efficace gestione del capitale. Il costo del capitale è atteso in calo, dal 11,5% attuale a circa il 10% entro il 2027, con un potenziale di ulteriore discesa. Questo scenario potrebbe tradursi in un potenziale rialzo dei prezzi stimato intorno al 15% nel prossimo anno e fino al 25% nel medio termine.
Le banche europee, compresi gli istituti italiani, godono di margini di interesse in forte crescita (circa il 60% dei ricavi) e di politiche di distribuzione generose, con dividendi annui medi del 5% e rendimenti totali (inclusi i buyback) prossimi all’8,5%. Tutto ciò rafforza notevolmente l’attrattiva del comparto. In sintesi, il settore bancario italiano, con UniCredit e Intesa Sanpaolo in testa, si posiziona come protagonista di un potenziale nuovo ciclo rialzista, offrendo significative opportunità agli investitori.
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