Domenica, Chesapeake Energy Corporation (NYSE:CHK) ha presentato istanza di fallimento per poter procedere verso la fase di ristrutturazione del bilancio.
Cosa è successo
Secondo l’amministratore delegato dell’azienda, Doug Lawler, grazie alla presentazione dell’istanza ai sensi del capitolo 11 della legge fallimentare statunitense, Chesapeake eliminerà il suo debito da 7 miliardi di dollari e potrà così affrontare le debolezze finanziarie ereditate dalla vecchia gestione. L’azienda potrebbe anche essere in grado di sfruttare alcuni dei propri punti di forza operativi.
Lawler ha dichiarato: “pur avendo rimosso oltre 20 miliardi di dollari di leva finanziaria e di impegni finanziari, riteniamo che questa ristrutturazione sia necessaria per il successo a lungo termine e la creazione di valore da parte del gruppo”.
La compagnia produttrice di olio di scisto si è assicurata 925 milioni di dollari in finanziamenti debtor-in-possession, nell’ambito della sua linea di credito rotativo per la continuità delle operazioni da impiegare durante l’istanza del capitolo 11, nonché un altro impegno da 600 milioni di dollari da parte dei suoi creditori e obbligazionisti in caso di uscita dalla bancarotta.
Perché è importante
I problemi di Chesapeake sono stati aggravati dal calo dei prezzi di petrolio e gas causato dalla pandemia.
Tra il 2010 e il 2012, il debito è cresciuto mentre la società cercava di alimentare la propria espansione; in perforazioni e leasing, Chesapeake ha speso 30 miliardi di dollari in più di quelli raccolti con le proprie operazioni nello stesso periodo.
Secondo fonti della CNBC, la compagnia dovrà badare adesso soltanto a una piccola porzione delle sue piattaforme di gas, con nessuna di quelle petrolifere ancora operativa.
I maggiori creditori della società includono Franklin Resources, Inc (NYSE:BEN) e Fidelity National Financial Inc (NYSE:FNF).
Quando nel 2013 Lawler è entrato in carica alla Chesapeake, il debito del gruppo era pari a quello di Exxon Mobil Corporation (NYSE:XOM) e di Chevron Corporation (NYSE:CVX) messi insieme.
Nel 2013, il fondatore dell’azienda Aubrey McClendon era stato espulso dalla carica di CEO, e nel 2016 era stato accusato di cospirazione federale. Il giorno dopo la formulazione delle accuse, McClendon è morto in un incidente stradale.
Movimento dei prezzi
Nella sessione after-hours di venerdì, le azioni di Chesapeake Energy sono salite dello 0,34% a 11,89 dollari. Il titolo aveva chiuso la sessione ordinaria in calo del 7,28%, a 11,85 dollari.