Gli azzardi ribassisti si sono scontrati con un primo semestre ancora di poderosa crescita dei mercati azionari: improvvisarsi “guru della finanza” può rivelarsi molto pericoloso quando si investe
I primi sei mesi dell’anno sui mercati sono andati in archivio e i dati parlano chiaro: i predicatori di sventura hanno ancora una volta fallito. Gli shortisti “fai da te” incalliti, quelli convinti che “la bolla tanto sta per scoppiare”, andranno in spiaggia con la coda tra le gambe. Non solo la ripresa dei mercati nel post-Covid è stata più robusta del previsto, ma il Toro, come si dice dalle parti di Wall Street, sembra avere ancora gambe. L’Orso invece è ancora chiuso in gabbia, anche se qualcuno continua a sperare che riesca a liberarsi.
LA CORSA DI WALL STREET
I numeri del primo semestre 2021 sono eloquenti, e dimostrano che Wall Street è stata più forte del coronavirus e delle sue varianti, compresa la variante ribassista, e finora è stata più forte anche dell’inflazione. Da gennaio a giugno 2021 l’indice S&P 500 è cresciuto del 14%. In un anno, quindi partendo da un periodo in cui i vaccini erano solo una speranza, ha guadagnato il 38% ed è ormai pronto a tagliare il nuovo record dei 4.300 punti. Il Nasdaq, l’indice tecnologico che secondo tanti pseudo esperti doveva sgonfiarsi con le prime riaperture, ha fatto +43% in un anno e +12,5% nel primo semestre…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.