Dan Scott, Chief Investment Officer di Vontobel, sottolinea che un’inflazione modesta riflette la solidità della crescita e può contenere il costo del debito pubblico
Se va fuori controllo, come di recente in paesi come lo Zimbabwe, è una piaga per l’umanità, con gli stipendi che si svalutano sensibilmente da un giorno all’altro, è la ricetta per il declino dell’economia e persino per una rivoluzione. L’Europa, perseguitata dai ricordi dell’iperinflazione un secolo fa, può essere particolarmente sensibile ai segnali di aumento dei prezzi. Ma, come per il colesterolo, c’è un’inflazione cattiva e una buona. In quantità modesta è sana, riflette la solidità della crescita economica, degli utili aziendali o dei salari. C’è n’è bisogno come per le lipoproteine ad alta densità, il colesterolo “buono” che pulisce il sangue.
POSITIVA UN’INFLAZIONE MODERATA
Lo sostiene Dan Scott, Chief Investment Officer di Vontobel, ricordando che dopo crisi finanziaria globale le banche centrali hanno cercato disperatamente di far risalire l’inflazione, purtroppo senza successo. Un aumento moderato dei prezzi tra il 4% o 5% circa sull’anno, in una fase di ripresa economica, dà alle autorità monetarie la possibilità di tagliare i tassi se arriva la recessione. Le tendenze deflazionistiche, legate alla digitalizzazione, all’invecchiamento della popolazione e alla globalizzazione, si invece dimostrate più incisive delle misure delle banche centrali…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.