È difficile trovare parole positive per Facebook (NASDAQ:FB), probabilmente per un buon motivo.
Essendo la piattaforma di social media dominante, ha registrato la sua buona dose di controversie e accuse di scorrettezza sin dagli esordi nel 2004; le polemiche che vengono subito in mente riguardano l’uso improprio dei dati degli utenti e l’aiuto ad attori con cattive intenzioni a interferire con le elezioni statunitensi. Quest’ultima accusa potrebbe risultare un po’ inconsistente, ma sono fermamente schierato dalla parte di quanti ritengono che il mondo sarebbe migliore se la piattaforma non esistesse. Sembra che sia la stessa ricerca di Facebook a supportare questa affermazione, come rivelato da Frances Haugen, data scientist ed ex responsabile dei prodotti di Facebook poi diventata whistleblower.
L’ultima polemica legata a Facebook
A maggio di quest’anno Haugen ha lasciato Facebook, ma non prima di aver scansionato migliaia di pagine di documenti relativi alla ricerca interna condotta dalla società: la ricerca si propone di riconoscere i danni che Facebook e la sua famiglia di app causano alla salute mentale dei suoi utenti più giovani, oltre al suo uso nella diffusione della disinformazione (npr, 2021). Questa ricerca non è stata apertamente divulgata.
Mercoledì Haugen ha testimoniato di fronte al Congresso degli Stati Uniti, chiedendo ai politici di valutare l’idea di regolamentare Facebook; secondo quanto sostenuto dalla ex data scientist del colosso social, dal 2018 l’algoritmo di Facebook ha dato la priorità a un flusso di notizie pericoloso, infiammatorio e che produce effetti collaterali dannosi (nytimes, 2021).
Il whistleblowing di Haugen potrebbe rafforzare la determinazione dei politici a regolamentare Facebook.
La SEC sarà coinvolta?
Haugen ha presentato otto segnalazioni via whistleblowing alla Securities and Exchange Commission (SEC) (cbs, 2021). In qualità di società quotata in Borsa, Facebook ha il dovere di essere attenta nei confronti dei suoi investitori divulgando informazioni rilevanti per la sua performance. Probabilmente i risultati della sua ricerca interna avrebbero dovuto essere divulgati o, per lo meno, la società non avrebbe dovuto fuorviare il pubblico in merito ai progressi fatti per combattere le sue propaggini più dannose od omettere ciò che la sua ricerca mostra essere vero: è questo ciò che la denuncia di Haugen ha rivelato alla SEC (cbs, 2021). Se la SEC procederà con l’apertura di un caso in relazione alle accuse sporte, il titolo FB potrebbe subire un impatto rilevante.
Il titolo FB si scrolla di dosso un’altra polemica?
Lunedì 4 ottobre, il giorno in cui è stata pubblicata la notizia della denuncia, le azioni FB hanno ceduto il 2,77%. Nello stesso giorno, Facebook e la sua famiglia di app hanno subito un down di 7 ore che potrebbe aver fatto crescere la preoccupazione degli investitori riguardo al titolo; comunque, mettendo in prospettiva il -2,77%, va osservato che nel corso di settembre il titolo FB ha registrato cali molto simili e frequenti senza cause evidenti.
Al momento della pubblicazione, alla chiusura di mercoledì, Facebook è quasi tornato al suo prezzo di apertura di lunedì; martedì il titolo FB è salito dell’1,33% e mercoledì di un altro 1,18%.