Keith Wade, Chief Economist & Strategist di Schroders, spiega che l’economia Usa potrebbe subire il doppio effetto frenante da variante e aumento dei tassi ma vede all’orizzonte il rientro dell’inflazione
L’inflazione USA ai massimi dal 1982 ha fatto aumentare le pressioni per un inasprimento monetario della Fed, ma il compito sembra reso più complesso dalla diffusione di Omicron, che sta sconvolgendo le catene di approvvigionamento. L’inflazione Usa è stata spinta dalle materie prime ma anche il tasso core che esclude alimentari e energia ha toccato i massimi dal 1991. Inoltre, i cambiamenti delle preferenze indotti dalla pandemia hanno giocato un ruolo importante in quanto i consumatori hanno comprato molto di più online ed è anche aumentato il prezzo delle auto usate e nuove con le persone che cercano di evitare i trasporti pubblici.
RISCHI GLOBALI
Secondo Keith Wade, Chief Economist & Strategist di Schroders, le disruption legate a Omicron minacciano le catene di approvvigionamento, con l’aumento dei lavoratori in isolamento. La situazione in Cina è particolarmente preoccupante perché la politica ‘zero Covid’ può portare intere città al lockdown e diverse aziende, come Samsung, Micron o Volkswagen hanno dovuto modificare la produzione. Omicron rischia quindi di spingere USA e economia mondiale verso uno scenario di stagflazione, mentre la variante sta spingendo ulteriormente la domanda verso i beni a discapito dei servizi, esacerbando gli squilibri e prolungando l’aumento dell’inflazione…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.