Il monumento alla Patria a Kiev, Ucraina. Zeynep Elif Özdemir/Pexels
Un pezzo mancante va al suo posto
Una delle obiezioni all’affermazione secondo cui la Russia avrebbe invaso l’Ucraina all’inizio di questa settimana era la mancanza di un casus belli per il popolo russo; Clint Ehrlich ha chiarito questo punto su Twitter.
E il giornalista russo Anatoly Karlin ha espresso una posizione simile nell’articolo che abbiamo pubblicato ieri (‘Perché la Russia può invadere l’Ucraina, dopo tutto’):
Una delle principali contro-argomentazioni è che la Russia ha investito poche risorse nella propaganda di guerra. La controreplica ovvia è che qualsiasi casus belli, sia esso una false flag oppure un motivo gentilmente fornito dagli stessi ucraini, apparirà solo verso la fine dei preparativi prebellici, e che una campagna propagandistica che lo precede servirebbe solo a screditarlo.
Ora sembra che quel casus belli ci sia, come ha osservato Karlin su Twitter nelle prime ore di giovedì:
Si tenga presente che non è importante se questo report dei media di stato russi sia accurato o meno: il punto è che il popolo russo avrebbe bisogno di sapere perché le sue forze armate stanno invadendo l’Ucraina, e questo potrebbe servire come motivo.
Considerazioni sugli investimenti
La probabile reazione del mercato a un’invasione totale dell’Ucraina da parte della Russia sarebbe probabilmente al ribasso; per questo motivo, come abbiamo già suggerito ieri, si potrebbe valutare la possibilità di proteggersi acquistando opzioni put ottimali su un ETF indicizzato ad ampia base come l’SPDR S&P 500 Trust (NYSE:SPY) o l’Invesco QQQ ETF (NYSE:QQQ).
Un settore che potrebbe registrare un’impennata in caso di invasione è il petrolio; la nostra scelta principale nel settore petrolifero attualmente è il Direxion Daily S&P Oil & Gas Exp. & Prod. Bull 2X Shares ETF (NYSE:GUSH). Di seguito è possibile consultare l’attuale elenco completo delle nostre prime dieci scelte alla chiusura di mercoledì.
Screenshot di Portfolio Armor, 17/02/2022.
Un altro nome di punta da segnarsi è l’iPath Series B Bloomberg Coffee Subindex Total Return ETN (NYSE:JO). Come riportato ieri da ZeroHedge, Rabobank ha avvertito che i prezzi del caffè potrebbero “salire fuori controllo”; ZeroHedge ha anche citato Jeff Currie, responsabile delle strategie sulle materie prime di Goldman Sachs, il quale dichiara:
Faccio questo lavoro da 30 anni e non ho mai visto mercati come questo”, ha dichiarato Currie nel corso di un’intervista con Bloomberg. “Questa è una crisi molecolare. Siamo fuori da tutto, non mi interessa se si tratta di petrolio, gas, carbone, rame, alluminio: qualunque cosa nomini, noi siamo fuori”.
È probabile che lo scoppio di un’importante guerra in Europa non aiuterebbe a migliorare la situazione.